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Illustrazione di un Carrè di Hermès Creditphoto: @alessiamacaione

Quella dei Carrè firmati Hermès, storica maison francese del lusso, è la storia di un’icona e di un simbolo di eleganza che sopravvive ancora oggi. Si tratta di un foulard, in formato 90 per 90cm in Twill di Seta. Il Carrè è indubbiamente uno degli accessori più amati dal passato fino ad oggi, che mescola perfettamente la moda con una dimensione artistica. Vediamo come è nato e da cosa deriva tutto il suo meritato successo.

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Credits to: @yunguyen666 by Rita – Hermés scarves – Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Il Carrè di Hermès: storia di un’icona

Il primo Carrè

Il prestigio dei Carrè di Hermès è frutto di anni di lavoro, ottenuto in mesi, in ore e ore di prove, di stampe e ristampe manuali che procedono con successo da oltre 80 anni.

Emile Maurice Hermès, nipote del fondatore della maison francese, Thierry, insieme al genero Robert Dumas realizzarono il primo Carrè della storia. Siamo nel 1937, a Lione, capitale francese della lavorazione della Seta, ed i due al tempo erano produttori di selleria ed accessori per l’equitazione. Il loro foulard fu intitolato “Jeu des omnibus et de dames blanches”. Fu realizzato utilizzando la tecnica del clichè, la quale prevedeva una matrice in legno che riportava su di essa il disegno da ricreare. Su questo foulard veniva raffigurata una scena ispirata ad un gioco da tavola francese molto popolare nel 1800, ed attorno vi erano i veicoli “Dames Blanches”, compagnia di vetture pubbliche.

Le ispirazioni

E’ proprio dal 1937 che sui Carrè appaiono le opere di artisti ed illustratori che, nel corso degli anni, sono arrivati a raffigurarvi di tutto. Ammiriamo su di essi usi e costumi della cultura parigina, flora e fauna, cavalli e gli avvenimenti storici che hanno scandito la nostra epoca e quelle precedenti.

Brides de Gala

Sarà il 1957 l’anno decisivo per il successo dei Carrè. Robert Dumas si rivolse a Hugo Grygkar per l’illustrazione di uno dei suoi foulard. Grygcar realizzò “Brides de Gala”, divenuto sin da subito uno dei pezzi più richiesti ed apprezzati dal pubblico. Tra coloro che l’hanno amato troviamo Sophia Loren, che ne ha indossato una versione profilata di verde.

Presto Dumas contattò anche ad un altro artista: Philippe Ledoux, che insieme a Grygkar illustreranno alcuni dei Carrè più apprezzati e amati della maison.

Il Carrè di Hermès: il genio di Marcel Gandit e il quadro di stampa

Pochi anni dopo si arrivò ad un punto di svolta che portò la realizzazione dei Carrè al suo massimo prestigio. Il genio di Marcel Gandit portò alla luce il quadro di stampa. Grazie a questa nuova tecnica il Twill di Seta, precedentemente steso su un grande piano d’appoggio, viene stampato attraverso dei quadri che riportano, su di essi, tutte le parti del disegno da raffigurare, fino ai minimi dettagli. In questo modo si garantisce un risultato finale di estrema precisione, che con la tecnica del clichè non era del tutto possibile acquisire.

Il Carrè di Hermès: storia di un’icona e della sua realizzazione

La creazione di un Carrè firmato Hermès richiede ore e ore di lavorazione: dalle 400 fino alle 600 per la precisione.

Come accennato nel paragrafo precedente, per la stampa dei Carrè viene utilizzata ancora oggi la tecnica del quadro di stampa. Prima di tutto gli artigiani si occupano della ricreazione, fedele, dei colori riportati sul bozzetto, così da ottenere poi una “ricetta”, una codificazione del colore destinata all’utilizzo in fase di stampa. Per ogni colore codificato si creano i quadri di stampa, i quali riportano su di essi tutti i dettagli e i soggetti accumunati dal fatto di essere dello stesso colore. Si procede dunque con la stampa, fatta a mano, ed inseguito col finissaggio che avviene attraverso una vaporizzazione a 103°. Per finire il quadrato in Twill di Seta viene rifinito arrotolando e cucendo a mano tutto l’orlo attraverso la tecnica del “Roulottage”.

Illustrazione di un Carrè di Hermès https://www.impulsicreativi.it/
Illustrazione di un Carrè di Hermès
Creditphoto: @alessiamacaione

Il Carrè di Hermès: l’ammirazione del pubblico

Il prestigioso foulard in seta di Hermès si è guadagnato, con il tempo, l’ammirazione di un pubblico che ha raggruppato, e raggruppa ancora oggi, le dive del passato, quelle di oggi e le giovani donne che stanno iniziando a riapprezzarlo per la sua eleganza e per il suo essere senza tempo, proprio come i pezzi d’arte che ognuno di essi riporta sulla superficie.

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Il Carrè di Hermès: storia di un ‘icona tra le icone dello spettacolo

Grace Kelly lo utilizzò come fasciatura del braccio rotto, Jackie Kennedy, Audrey Hepburn, Catherine Deneuve: sono alcune delle dive che hanno fatto del Carrè di Hermès uno dei loro simboli distintivi. Ognuna aveva il suo modo di annodarlo: chi incorniciava il viso, chi lo drappeggiava attorno al collo in modo chic. Una cosa è certa: ognuno di questi modi di indossarlo sopravvive ancora oggi e ispira tutti coloro che vogliono sfoggiare il proprio Carrè con eleganza e buon gusto.

ALESSIA MACAIONE

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Alessia Macaione

Mi chiamo Alessia Macaione, astigiana dalla nascita ma anche un po’ torinese da quando ho iniziato, e da poco terminato, l’università. A Torino, infatti, ho frequentato lo IAAD seguendo l’indirizzo di Textile & Fashion Design, portandolo a termine attraverso una tesi di laurea che indaga sulle motivazioni per cui, da adulti, si tende a perdere la creatività caratteristica di quando si è bambini: quella stessa creatività che mi è sempre stata a cuore e che cerco di coltivare dagli anni del liceo, quello Artistico per la precisione, che ho frequentato invece nella mia città, Asti. Posso dire che le mie passioni più grandi sono tre, ossia l’arte, la moda e la terza è il luogo in cui queste due trovano, per me, un punto di incontro: la danza. Sono stata per dieci anni ballerina di danza classica, cimentandomi anche in quella contemporanea, afro, con un assaggio di hip hop; le ho poi dovute mettere in sospeso per una serie di motivazioni, ma non nego che la mia malinconia mi spinga spesso a desiderare di riprenderle e chissà se in futuro questo succederà! Per quanto riguarda la scrittura credo che sia uno dei mezzi fondamentali per raccontare e raccontarsi: ho sempre ammirato e, per essere sincera, anche un po' invidiato gli abili nel raccontare le emozioni, chi sa “parlare scrivendo” e chi riesce a far immedesimare i lettori in ciò che scrive. Spero, a modo mio, di diventare come loro, augurandomi e augurandovi un futuro di grandi emozioni.