Ai Weiwei – Who am I? a Bologna, è la prima mostra personale, finanziata da Fondazione Carisbo, espressamente dedicata all’artista cinese (nato a Pechino nel 1957).
La mostra di Ai Weiwei
Who am I? in allestimento a Palazzo Fava, dal 21 settembre al 4 maggio 2025, è un’esposizione che presenta l’universo creativo di Weiwei ed esplora l’evoluzione dell’artista, fra tradizione e modernità, in una sede architettonica simbolo della storia bolognese.
Ai Weiwei – il percorso dell’artista
Artista poliedrico, Weiwei è anche designer, architetto, regista e attivista per i diritti umani. Figlio del poeta Ai Quing (1910-1996), si è diplomato all’Accademia del Cinema, per poi dedicarsi agli studi pittorici.
Negli anni Settanta, è stato cofondatore del gruppo artistico Stars, con il quale ha allestito la prima mostra di arte contemporanea cinese alla China Art Gallery di Pechino. Nel 1981 si è trasferito quindi negli Stati Uniti, frequentando due prestigiose scuole di design: la Parsons School for Design e l’Art Students League.
Le sue opere sono state esposte alla Ethan Cohen Gallery, in occasione della sua prima e unica personale a New York, nel 1988. Dal 1997 è inoltre cofondatore e direttore artistico dell’Archivio delle arti cinesi (CAAW).
L’impegno di Ai Weiwei per i diritti umani
L’impegno di Weiwei per i diritti umani è cominciato nel 2006, quando ha aperto il suo blog di sensibilizzazione per la tutela dei rifugiati, piattaforma chiusa, nel 2009, dalle autorità cinesi. Per la sua opposizione al regime, l’artista ha subito una reclusione durata 81 giorni in una località segreta, in Cina, dal 2 aprile al 22 giugno 2011.
Durante la detenzione di Weiwei, i principali musei del mondo (tra i quali la Tate Modern di Londra), hanno lanciato una petizione online in suo favore, raccogliendo l’adesione di migliaia di persone. Dopo svariati appelli mediatici, l’artista è stato rilasciato su cauzione.
Da allora, l’artista ha subito un costante monitoraggio e non ha potuto espatriare fino al luglio del 2015. Più di recente, ha esordito come regista alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dirigendo il documentario Human Flow (2017).
Ai Weiwei in mostra
Ai Weiwei – Who am I? a Bologna, fornisce una retrospettiva straordinaria sul mondo dell’artista cinese, proponendo opere storiche e nuove produzioni.
In particolare, la personale promuove un’immersione tra installazioni, sculture e oggetti simbolo della carriera di Weiwei; non mancano la video arte e serie fotografiche dal forte impatto politico e simbolico.
Ai Weiwei – Who am I? a Bologna – come si articola la personale
All’inizio del percorso espositivo si è accolti dalle tessere Lego plastificate della “Venere dormiente” (2022), originariamente dipinta dal Giorgione, dove, accanto alla dea romana della fertilità, spicca una gruccia. Un semplice oggetto di uso quotidiano si ricontestualizza all’interno dell’opera, per ricordare gli aborti clandestini praticati prima che la possibilità di interrompere la gravidanza in Cina venisse legalmente riconosciuta.
L’ultima Cena realizzata con i mattoncini Lego
Nella parete adiacente alla Venere dormiente di Ai Weiwei, si erge una maxi riproduzione dell’ “Ultima cena” (2022) di Leonardo Da Vinci. L’opera, alta più di tre metri per quasi sette di lunghezza – poco meno dell’originale – è sempre assemblata con un’infinità di mattoncini Lego, rispettando i colori dell’opera dell’artista fiorentino.
L’immagine a effetto pixel replica fedelmente la sacra rappresentazione, a parte i colori accesi e pop delle vesti indossate dai personaggi, così come il volto beffardo di Ai Weiwei al posto di quello di Giuda.
All’interno del palazzo, seguono quattro versioni della “Gioconda” (2024), ispirate alle serigrafie di Andy Warhol: l’opera reca le sbavature di un immaginato atto dimostrativo da parte di giovani ambientalisti.
La provocazione dell’opera Study of Perspective
All’interno di Who am I?, il visitatore troverà esposte anche le serie di fotografie dal titolo “Study of Perspective” (2022), nelle quali l’artista ha sbeffeggiato le dinamiche del potere, esponendo il suo dito medio in corrispondenza di una miriade di edifici e monumenti di importanza mondiale, emblema dell’ oppressione, della censura e del controllo.
Un’opera provocatoria ma di forte impatto, per ricordare alle persone l’importanza di mettere in discussione lo status quo e chiedere il rispetto dei propri diritti.
Le opere esposte di spaziano così dal periodo newyorkese, tra gli anni ottanta e novanta del Novecento, in cui l’artista ha sperimentato l’arte dei suoi “maestri”, Andy Warhol e Marcel Duchamp in primis, a cui seguono le grandi opere iconiche degli anni duemila, assemblaggi di materiali e oggetti di uso quotidiano, come le biciclette dorate.
Ai Weiwei – Who am I? a Bologna – tra attivismo politico e ricerca artistica
Artista dissidente e personalità provocatoria, Weiwei si è imposto sulla scena internazionale come il più famoso artista cinese vivente, muovendosi tra attivismo politico e ricerca artistica, diventando un simbolo della lotta per la libertà di espressione.
Who am I? costituisce una straordinaria occasione per scoprire il genio creativo dell’artista. Nelle sue opere, egli denuncia un rapporto ambivalente con il proprio paese. Da una parte emerge il profondo senso di appartenenza a quel retaggio, veicolato dall’utilizzo di materiali e tecniche tradizionali; dall’altro, un senso di ribellione, che si manifesta con la dissacrazione di oggetti, immagini e metafore dell’attuale cultura cinese.
Il percorso espositivo di Ai Weiwei. Who am I? termina con la proiezione del film dell’artista, dal titolo “Never sorry” (2012), della durata di 90 minuti.
©impulsicreativi.it – riproduzione riservata.