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I)MG ZOOMABILE - La celebre cupola del MART - foto @mattia bericchia by unsplash

Il MART di Trento e Rovereto, un celebre binomio museale, è un Museo d’Arte Moderna e Contemporanea che può considerare un vero e proprio polo culturale innovativo, che supera l’approccio tradizionale. Cultura, natura e unicità, i principi ispiratori del museo, coesistono tra di loro, promuovendo una proposta di qualità nel panorama artistico contemporaneo italiano.

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I)MG ZOOMABILE – La celebre cupola del MART – foto @mattia bericchia by unsplash

Il MART di Trento e Rovereto – peculiarità

Nei suoi spazi pubblici, il MART si interfaccia con la Biblioteca Civica, l’Auditorium Melotti, il Teatro comunale e l’Università.

Oggi il museo vanta un patrimonio inestimabile, nel quale spiccano i maggiori capolavori dell’arte italiana del XX secolo. Ogni anno il museo promuove decine di mostre e progetti culturali, nel rispetto dei principi di inclusione, educazione permanente e lifelong learning.

Il polo culturale si avvale di uno staff di curatori e conservatori, ricercatori e archivisti, nonché professionisti della formazione e della comunicazione.

Le origini del MART

Dalla sua fondazione, avvenuta nel 1987, al Museo è stato conferito il titolo di ente funzionale della Provincia autonoma di Trento. Inizialmente situato presso il Palazzo delle Albere, il MART è stato diretto da Gabriella Belli, alla quale è succeduta Cristiana Collu e a seguire Gianfranco Maraniello. Attualmente, il direttore è Diego Ferretti e fruisce della guida del presidente Vittorio Sgarbi.

Il MART di Trento e Rovereto prima del 2002

Il 2002 è stata una data spartiacque per il MART, relativamente all’evoluzione dei suoi spazi e delle sue attrazioni. Nel periodo antecedente quell’anno, infatti, le collezioni hanno rappresentato principalmente artisti trentini, ospitando le opere dei pittori Eugenio Prati (1842-1907) e Bartolomeo Bezzi (1851-1923).

Successivamente, il MART ha accolto anche produzioni artistiche posteriori a quelle del periodo scapigliato e simbolista di Prati e dell’impressionismo francese di Bezzi.

Il patrimonio del MART

Con il passare del tempo, la ricerca del MART si è indirizzata su direttrici ben specifiche, ancora oggi centrali nell’0attività espositiva. Ha privilegiato l’acquisto di opere provenienti dal patrimonio futurista e dall’architettura razionalista degli anni Trenta del Novecento, includendo anche la poesia visiva.

Il progetto museale, inoltre, è cresciuto anche grazie alle attività della sua sezione didattica, che ha raggiunto un pubblico sempre più vasto.

L’attività espositiva del MART si espande su molteplici aree di ricerca, che spaziano dall’architettura al design, dalle avanguardie storiche al Novecento – passando per l’arte mitteleuropea – e al panorama artistico contemporaneo.

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IMG ZOOMABILE – Esposizione al MART di Trento e Rovereto – foto @glenda by unsplash

Il MART di Trento e Rovereto oggi

L’attuale MART si presenta il 15 dicembre 2002, nella sede progettata dall’architetto e scultore svizzero Mario Botta, su Corso Bettini.

Le Collezioni

Le Collezioni del MART sono il frutto di una politica di acquisizioni, depositi e donazioni. Il patrimonio espositivo, di circa ventimila opere, viene valorizzato attraverso un programma di interventi di conservazione e prestiti internazionali.

Il MART di Trento e Rovereto – gli artisti

L’itinerario, che esplora la nascita della modernità, prende avvio dalle ricerche scultoree di matrice impressionista di Medardo Rosso (1858-1928) e da quelle pittoriche in stile divisionista di Giacomo Balla (1871-1958) e Umberto Boccioni (1882-1916).

“Nudo di donna” di Umberto Boccioni

Di Boccioni il MART conserva l’opera risalente al 1909, “Nudo di donna”.

La donna dipinta è la madre dall’artista calabrese. La luce sembra frammentata in bagliori, che sulla pelle della donna appaiono come filamenti di puro colore. Boccioni venne influenzato da Balla, dal quale ereditò la tecnica divisionista, unita a suggestioni postimpressioniste, così come osservato dallo storico dell’arte Maurizio Calvesi (1927-2020).

La tecnica divisionista di Umberto Boccioni

Nella concezione divisionista, predominano la tessitura di colori puri e complementari, il taglio fotografico e la presenza di una luce che sembra penetrare gli oggetti ritratti.

Il realismo magico di Felice Casorati

Il MART ha dedicato una sezione ad hoc anche al tema del Realismo Magico, che contrappone al realismo del soggetto un senso di irrealtà e un’atmosfera di sospensione e malinconia. Ne sono un esempio le opere di Ubaldo Oppi (1889-1942), Cagnaccio di San Pietro (1897- 1946) e Felice Casorati (1883- 1963).

“Beethoven” – analisi dell’opera di Felice Casorati

Di quest’ultimo, il MART ospita diverse opere tra cui l’olio su tela del 1928, intitolato “Beethoven”.

Il dipinto ritrae una bambina vestita di bianco, mentre posa accanto a un grande spartito, su cui si legge il nome del musicista che dà il titolo al quadro. La figura si riflette nello specchio che campeggia al centro della composizione, creando un labirinto spaziale in cui si perde il senso della realtà, proiettando la quotidianità domestica in un’atmosfera straniante e surreale.

“Giubbetto Rosso” – analisi dell’opera

Undici anni dopo, Casorati dipinse l’opera “Giubbetto Rosso” (1939).

Con questo ritratto, Casorati partecipò alla Biennale di Venezia del 1942, approdando a una pittura intimista. La donna ritratta in stato di quiete non si rivolge verso lo spettatore, ma tiene lo sguardo basso e le mani conserte sulle gambe, trasmettendo un senso di quiete e malinconica rassegnazione. I colori sono sfumati e le tonalità attenuate, mentre scompare la rigida e geometrica definizione degli spazi.

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IMG ZOOMABILE – Opera di Fortunato Depero – foto @Davide Alberani by Flickr – CC BY SA 2.0

Il MART di Trento e Rovereto – i capolavori futuristi

La mostra prosegue nelle sale dedicate ai capolavori futuristi, dove, fra le altre, si confrontano le sperimentazioni di Carlo Carrà (1881-1966), Enrico Prampolini (1894 – 1956), Luigi Russolo (1885-1947) e Fortunato Depero (1892-1960).

La Casa D’arte Futurista Depero

L’artista, al ritorno dalla Seconda Guerra Mondiale, realizzò il suo sogno: aprire la Casa D’arte Futurista, un laboratorio specializzato nelle arti applicate, nel design e nella pubblicità. Oggi in Casa Depero è possibile ammirare le grandi tarsie di panno (più genericamente chiamate “arazzi”), il patrimonio più raro e autentico prodotto da Depero.

Dal 1920 al 1940, le tarsie vennero cucite dalla moglie Rosetta, con l’aiuto di alcune operaie volenterose.

Creazione F. Depero Impulsi Creativi https://www.impulsicreativi.it/
IMG ZOOMABILE – Creazione di Fortunato Depero – foto @Davide Alberani by Flickr – CC BY SA 2.0

La visita al MART di Rovereto si conclude con l’esposizione delle opere astratte, prodotte dagli artisti negli anni Trenta del Novecento, tra cui: Bruno Munari (1907-1998), Mauro Reggiani (1897-1980) e Fausto Melotti (1901-1986), scultore di rilievo che, proprio a Rovereto mosse i suoi primi passi.

Laura Pagano

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Laura Pagano

Laura Pagano si è laureata in in Scienze dell’Educazione Permanente e della Formazione Continua all’Università di Bologna. Successivamente, ha lavorato come formatrice e life coach. Da sempre appassionata di scrittura, ha pubblicato il libro “Manuale del Giovane precario. Esperienze personali e consigli utili" (Fefè Editore - 2013). Nello stesso anno, ha aperto il blog “Educazione Permanente … apprendere è un’esperienza meravigliosa”, che, ad oggi, è stato visitato da più di 25.000 persone. Nel 2022, ha pubblicato il libro di narrativa, “Devi volerti bene”. Lì esplora la fluidità delle relazioni contemporanee, approfondendo il tema della dipendenza affettiva. Amante dell’arte in ogni declinazione e sfaccettatura, scrivere di quell'universo con passione autentica. Collabora periodicamente anche con la rivista online “VilleGiardini”.