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Rino Gaetano manifesto Mostra Museo di Roma Trastevere – Credit Photo @museoromatrastevere www.museodiromaintrastevere.it

Rino Gaetano sbarca al Museo di Roma in Trastevere con quella che è a tutti gli effetti la prima mostra dedicata al cantautore simbolo di un’epoca della musica d’autore italiana. Si terrà al museo ubicato a Roma in Piazza Sant’Egidio 1/b dal 15 febbraio al 28 Aprile 2024 la rassegna che riguarda l’artista calabrese ma romano d’adozione. Sarà proprio il quartiere della capitale da lui amato e vissuto in tutte le sue sfaccettature a rendergli omaggio con questa esposizione di tutti quegli aspetti che lo hanno caratterizzato nella sua breve ma intensissima attività musicale, teatrale e di spettacolo.

L’evento, sponsorizzato da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con la sapiente direzione di Alessandro Nicosia e Alessandro Gaetano è promossa e coordinata daC.O.R. Creare Organizzare Realizzare. E’ determinante il prezioso appoggio di Zètema Progetto Cultura, sotto il controllo del Ministero della Cultura e della SIAE con la media partner di Rai e la collaborazione di Rai Teche, da cui arrivano quasi tutti i filmati che mostrano le performance dell’artista, e Universal Music Publishing Group.

Rino Gaetano in mostra a Roma: una grande storia da raccontare

Costumi di scena che hanno stupito e allo stesso tempo creato l’immagine di un mito, ma anche la collezione dei cappelli spesso indossati e gli strumenti musicali utilizzati nell’esibizioni più significative. Una mostra in cui una gran parte del materiale in esposizione sarà reso pubblico per la prima volta. Prezioso è stato per l’allestimento generale il contributo di Anna, sorella dell’indimenticato cantautore, che ha fornito moltissimi oggetti rari e mai esposti dal vivo.

Gli abiti di Sanremo e del Festivalbar, ma anche i tantissimi manifesti degli eventi di cui Rino Gaetano è stato protagonista dal 1973 al 1980, periodo di attività artistica prima della tragica e misteriosa morte.

L’esibizione di Rino Gaetano a Sanremo 1978 – @Rino Gaetano Canale Youtube

Una sensibilità che andava oltre, una visione che è andata oltre

Rino Gaetano ha saputo, nella sua breve, vita incarnare più facce della stessa medaglia con la semplicità con cui ha sempre indossato uno dei suoi numerosi cappelli. Tanto sfrontato nell’esporre e nell’esporsi da nascondere alla perfezione l’enorme sensibilità che lo ha reso artista poliedrico, frontman guascone e fine intellettuale. Spesso avanti sui tempi è risultato incomprensibile a molti e incompreso ai più. Chi però ne ha colto l’innata e sapiente visione ha saputo apprezzarne l’incalcolabile contributo alla musica, allo spettacolo e alla cultura italiana del suo tempo.

[…] Rino era un ragazzo simpatico, gradevole e al tempo stesso piuttosto insicuro, ancora alla ricerca di stesso. Ad ogni concerto arrivava all’ultimo momento e si percepiva in lui una certa inquietudine che lo rendeva una persona meravigliosa. Non aveva i piedi completamente per terra, cosa peraltro non richiesta a noi artisti che siamo perennemente impegnati ad inseguire i nostri sogni e ad affermare la nostra identità contro le imposizioni della società. […]

Dal saluto di Riccardo Cocciante

Rino Gaetano e la mostra di Roma: epopea di un mito dei giorni nostri

Rino Gaetano nasce all’anagrafe col nome di Salvatore Antonio Gaetano a Crotone in Calabria. Ma è dalla sua vita nella capitale che trova l’ispirazione e la fama grazie alle doti di showman e di cantautore sopra le righe. Spesso fu censurato nei suoi live per i contenuti presenti nei suoi testi. Dall’apparente ironia e leggerezza ci si distaccava con repentina velocità per abbracciare contenuti e messaggi di estrema attualità e consistenza.

Crocevia della sua carriera fu l’esibizione a Sanremo nel 1978 in cui conobbe la fama definitiva grazie al brano “Gianna”.

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Rino Gaetano_In prova al QConcert_Archivio Anna Gaetano_© Riproduzione riservata

Di lui colpisce lo stile che rompe con i canoni del Festival di quegli anni. Abito elegante ma adornato da ammennicoli e medaglie al valore. Scarpe da tennis e cilindro in testa a far da cornice alla voce roca e caratteristica di Gaetano. “Gianna” poi è una canzone che, pur non amata dal suo interprete, resterà eterna nella storia della musica italiana. Cantabile, solare e con un ritornello fuori dal tempo, racconta di se al primo ascolto i crismi di una canzonetta.  Eppure racchiude in chiave ironica il pensiero dell’autore su politica, società e costume di quell’Italia di fine anni settanta.

[…] Gianna, Gianna, Gianna non cercava il suo PigmalioneGianna difendeva il suo salario dall’inflazioneGianna, Gianna, Gianna non credeva a canzoni o UFOGianna aveva un fiuto eccezionale per il tartufo
Ma la notte, la festa è finita, evviva la vitaLa gente si sveste, comincia un mondoUn mondo diverso, ma fatto di sesso, chi vivrà vedrà […]
(Rino Gaetano – Gianna)
Muore in un incidente stradale nel 1981 quando ancora non aveva compiuto 31 anni. Le circostanze legate alla corsa in ospedale e alle difficoltà del soccorso generarono non poche polemiche e furono annoverate tra le aggravanti mediche che causarono la morte. Rino Gaetano aveva però già previsto tutto. Nel brano inedito “La Ballata di Renzo” raccontava con dieci anni d’anticipo i fatti di quella che sarà anche la sua dipartita. Rino Gaetano manca alla musica e manca all’Italia, ecco perché in questa mostra al Museo di Roma in Trastevere si proverà, seppur per un periodo breve, a farlo ritornare dai ricordi di chi l’ha vissuto.
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Rino Gaetano_Foto di Peppe D’Arvia_Archivio Anna Gaetano_© Riproduzione riservata

ANDREA TERRENI

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Andrea Terreni

Mi chiamo Andrea Terreni e vivo a Firenze da quando ho scelto di frequentare qui l'Università. Mi sono laureato in Pedagogia senza apparente sforzo, impegnato in quegli anni di grande fermento a vivere le persone, incorniciare gli avvenimenti e scarabocchiare le tovagliette delle osterie. La Pedagogia è stata il punto di partenza di molte altre passioni come la filosofia, la storia e l'arte. La scrittura invece è sempre stata un'opportunità quasi sofferta, un'occasione di fuga. Ho discusso una tesi di laurea sul "bisogno e la pratica terapeutica dello scrivere" e su come questo possa influenzare il vissuto di ognuno. La scrittura è stata da sempre per me una compagna silenziosa, paziente, a tratti invisibile. Eppure tremendamente fondamentale. Il resto è storia recente e di pochi giorni. Un piccolissimo romanzo (Diario di un Addio) per mettere fine a tante storie del passato. Una silloge poetica (Paroxetina) per affrontare in modo terapeutico un periodo del presente. E poi tanti progetti, tanta scrittura e tanto futuro. Scrivo, ho scritto e scriverò di calcio e calci per SuperNews, di ciclismo e storie della bicicletta per Fuoricorsa e delle bellezze della mia Firenze per FUL. Ho diretto il blog "La Locomotiva" come fosse un Bar in cui si è parlato di Poesia, Prosa, Prosatori e Poeti. Mi chiamo Andrea Terreni ed è difficile che possa raccontare cosa sono. Ho un Ristorante e sono un giornalista. Parlo con la gente e spesso non la capisco. Adoro accontentare e non mi accontento mai. Ho un passato che pesa, un presente che brilla e un futuro che non so proprio cosa possa diventare.