Palazzo Barolo, Torino
SHINHANGA. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi
8 marzo – 30 giugno 2024
Palazzo Barolo, nel cuore del Quadrilatero torinese, ospita la mostra Shinhanga. La Nuova Onda delle stampe giapponesi. La mostra è a cura di Paola Scrolavezza, esperta di letteratura e cultura giapponse moderna e contemporanea e docente presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna, con la consulenza di Marco Fagioli, esperto di arte giapponese e autore di numerose pubblicazioni sulla pittura cinese e giapponese. L’organizzazione è curata da Vertigo Syndrome con il patrocinio del Comune di Torino e del Consolato Generale del Giappone a Milano.
Il percorso espositivo mette in mostra come lo Shinhanga abbia saputo assecondare le nuove influenze occidentali e, al contempo, mantenere un legame con l’eredità del passato. Attraverso le circa 80 opere, provenienti da collezioni private e dalla Japanese Gallery Kensington di Londra, esposte per la prima volta in Italia, il visitatore ha l’occasione di conoscere la produzione di quel movimento artistico che ha raccontato il Giappone sospeso fra tradizione e modernità all’alba del XX secolo, in un momento storico di grande trasformazione, di cui lo Shinhanga si è fatto interprete attraverso l’evoluzione delle sue xilografie. A guidare il visitatore nella scoperta di questa corrente artistica ci sono anche filmati di repertorio, riviste di costume e moda del tempo, oggetti d’arredo e abbigliamento tradizionale.
La mostra è corredata da un catalogo edito da Skira Editore a cura di Paola Scrolavezza.
Inoltre la mostra propone un calendario di eventi collaterali, laboratori, conferenze e altri incontri dedicati al tema dell’esposizione.
Contesto storico
A partire dalla fine dell’Ottocento, dopo due secoli di isolamento (sakoku) durante il periodo Edo (1603-1868), il Giappone è stato protagonista di una importante trasformazione sociale e culturale, oltre che politica, e di una rapida modernizzazione, grazie alla quale è uscito da un ordine praticamente feudale per proiettarsi tra le nazioni industrializzate. L’apertura dei confini al commercio e alla diplomazia ha permesso di svelare al mondo un Paese fino a quel momento inaccessibile e misterioso, con un patrimonio artistico e culturale inestimabile, divenuto presto fonte di attrazione e ispirazione.
Tale trasformazione ha proseguito durante il regno (periodo Meiji) dell’imperatore Mutsuhito, artefice sia delle riforme politiche e dell’occidentalizzazione del Giappone, sia della rinascita della cultura giapponese tradizionale, promuovendo le arti, la letteratura e la religione Shinto come elementi cardine dell’identità nazionale.
Il periodo Taishō e il successivo periodo Shōwa sono stati caratterizzati da una vivacità culturale e intellettuale, con l’adozione di nuovi stili di vita sempre più occidentalizzati e nuovi valori. Questo contesto straordinario è stato alla base del movimento Shinhanga, che ha ripreso l’eredità delle stampe tradizionali (per questo definito anche “neo Ukiyoe”), ma con uno stile e un sentire più contemporaneo.
Stampa tradizionale Ukiyoe
La secolare forma d’arte popolare di stampa xilografica Ukiyoe (lett. “immagini del mondo contemporaneo” o “mondo fluttuante”), si è sviluppata tra il XVII e la fine del XIX secolo, durante il periodo Edo.
L’urbanizzazione della città di Tokyo, divenuto un grande centro economico e culturale, è stata uno dei molti presupposti che hanno permesso l’ascesa economica e sociale dei chōnin, la nuova classe di mercanti e artigiani. Tuttavia, nonostante il benessere economico, la nuova classe non è riuscita a migliorare il suo status sociale a causa di una rigida gerarchia, nella quale essi occupavano l’ultimo posto. Questo ha contribuito alla formazione di nuove forme d’arte che hanno rappresentato il mondo dei chōnin, in particolare la stampa Ukiyoe.
Le stampe Ukiyoe rappresentavano quel “mondo fluttuante” fatto di bellezza, di edonismo, che celebrava la vita e i suoi piaceri terreni, effimeri ma consolatori di fronte alle miserie dell’esistenza umana. Le stampe Ukiyoe ritraevano la quotidianità della vita cittadina ed erano ambientate principalmente in contesti di intrattenimento, popolati da geisha, attori del teatro kabuki, lottatori di sumo. Esse ritraevano anche luoghi caratteristici e famosi, come anche soggetti a tema mitologico.
Il fenomeno Ukiyoe ha avuto un’influenza significativa non solo in Giappone ma anche sull’arte impressionista occidentale, influenzando artisti come Van Gogh, Monet, Degas, e dando vita a una vera e propria moda culturale, nota come Japonisme.
Shinhanga, la stampa giapponese fra tradizione e modernità
Il movimento Shinhanga (lett. “nuove xilografie”) si è sviluppato tra il 1915 e gli anni Cinquanta grazie alla volontà di Shōzaburō Watanabe, l’editore più attivo del movimento e colui che ha avuto il merito di rivoluzionare e riportare in luce la secolare tradizione dell’Ukiyoe, ormai in declino a seguito dell’introduzione di nuove tecniche, alcune di importazione occidentale, come la litografia e, poco dopo, la fotografia.
Egli aveva intuito che la stampa tradizionale su matrici in legno aveva bisogno di un rinnovamento stilistico e di rivolgersi a un nuovo mercato di estimatori, quello occidentale. La maggior parte delle stampe erano destinate al mercato statunitense ed europeo. L’editore fu uno dei primi ad apprezzare il potenziale commerciale delle opere degli artisti Shinhanga, collaborando con artisti come Kawase Hasui, Hiroshi Yoshida, Itō Shinsui, per produrre stampe di qualità.
Punti in comune e differenze con l’Ukiyoe
Le stampe Shinhanga combinano insieme tecniche tradizionali di xilografia e influenze occidentali, in particolare quelle dell’arte europea impressionista e realista, e mettono in luce i cambiamenti in essere nella società e nel paesaggio giapponese, compresi gli stati d’animo che la rapida modernizzazione aveva generato.
Lo Shinhanga condivide con l’Ukiyoe la presenza di quattro figure nel processo di realizzazione dell’opera (sistema hanmoto), tutte con la stessa importanza: l’artista, l’incisore, lo stampatore e l’editore contribuivano, ognuno con il proprio ruolo e la propria abilità, alla nascita e diffusione dell’opera. Sebbene la tecnica di stampa su matrici di legno rimane la più utilizzata, lo Shinhnga si serve anche di nuove tecniche e materiali.
I temi e i soggetti cari allo Shinhanga sono gli stessi dell’Ukiyoe: la rappresentazione di paesaggi (fukeiga), figure femminili (bijinga), attori del teatro kabuki, mondo vegetale e animale (kachōga), immagini di luoghi famosi (meishoe). I soggetti e i luoghi rappresentati appartengono però al mondo contemporaneo e non più al folklore Ukiyoe e il suo edonismo.
Paesaggi e ritratti femminili come riflesso del cambiamento
Il percorso della mostra, diviso in sezioni, abbina insieme ritratti paesaggistici e ritratti femminili, che rappresentano i principali testimoni di quel cambiamento in atto, visti attraverso lo scorrere del tempo e delle stagioni. Nelle stampe Shinhanga compaiono dunque scene di vita presente, di un Giappone nella sua quotidianità. Il senso di realismo è accentuato dall’utilizzo di una più ampia gamma di tonalità, come anche dall’utilizzo della prospettiva e del senso di profondità degli oggetti, dall’utilizzo della luce naturalistica e del chiaroscuro. Il tratto nero che definisce nello spazio i soggetti Ukiyoe lascia il posto a tratti meno marcati e linee meno audaci e nette. L’edonismo protagonista delle stampe Ukiyoe cede il posto alla nostalgia e all’inquietudine generata dal ritmo frenetico del cambiamento in corso, e le opere si caricano di romanticismo e lirismo.
Paesaggi
Paesaggi campestri, scorci remoti e lontani dalla modernizzazione, rovine di templi antichi, notturni solitari, immersi nella luce della luna che ammanta tutto di blu, in cui la presenza umana è appena percepibile, rappresentata quasi sempre di spalle o in lontananza, sono tra i luoghi di ispirazione preferiti, ritratti attraverso le emozioni che suscita lo scorrere del tempo, che tutto cambia inesorabilmente: sono rappresentazioni che trasmettono un profondo senso di calma ma che, al tempo stesso, generano inquietudine e nostalgia.
La sensazione di perdita ineluttabile è presente in particolare nelle stampe prodotte dopo il sisma del Kantō del 1923. Agli scorci caratteristici si aggiungono vedute urbane con strade deserte, dove l’unica presenza umana è testimoniata dalla luce artificiale che filtra dalle finestre. I fenomeni atmosferici come la pioggia e la neve diventano il simbolo della lotta dell’uomo contro le avversità e le turbolenze del presente; i notturni si fanno metafora di un mondo destinato a scomparire per sempre; i fiori di ciliegio rappresentano la vulnerabilità e la caducità delle cose.
Figure femminili
Anche i bijinga, ovvero i ritratti femminili, subiscono un’evoluzione. La donna diventa simbolo del cambiamento in atto, incarnando la modernità e assumendo un ruolo sempre più presente nella vita sociale. Le protagoniste non sono più le celebrità irraggiungibili e idealizzate dell’Ukiyoe, bensì donne dei tempi moderni rappresentate nella loro dimensione quotidiana, mentre si pettinano o si truccano, mentre fanno il bagno, giovani dai cui occhi trapelano sogni ed emozioni, grazie anche alla maggiore espressività dei volti.
Emblema della rottura con il passato è la moga (modern girl), neologismo che definisce la donna in corsa verso l’emancipazione dalle convenzioni sociali.
La moga è ritratta dalle stampe Shinhanga in abiti che seguono la moda occidentale, porta i capelli corti, indossa gioielli, si concede momenti di svago e divertimento che fino a quel momento erano considerati inopportuni per una donna.
L’avvento di nuove tecniche, la II Guerra Mondiale e il controllo del governo militare sulle arti e la cultura hanno contribuito al declino dello Shinhanga.
Esso è ancora apprezzato da collezionisti d’arte e appassionati di cultura giapponese per il suo significato storico e la sua bellezza estetica. Al fine di preservare la tradizione e mantenerla viva per le generazioni future, alcuni artisti contemporanei continuano a lavorare nello stile Shinhanga.
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